Quali sono le domande frequenti e il calcolo della Tari 2016?

Quali sono le domande frequenti e il calcolo della Tari 2016?

Recentemente, l’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (IFEL) ha pubblicato una serie di risposte alle domande più frequenti in tema di tassa sui rifiuti (TARI) su requisiti, termini di pagamento, prescrizione, agevolazioni e regole per l’abitazione principale. Un’occasione per approfondire l’argomento Tari 2016, sapere come calcolarla e conoscere le risposte alle domande più frequenti.

Cos’è la Tari?

Tari è l’acronimo di TAssa RIfiuti, l’imposta comunale istituita con la Legge di Stabilità 2014 che prende il posto della vecchia Tares. Il presupposto della Tari è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani: quindi la tassa sui rifiuti prevede che la somma da versare al Comune sia dovuta dagli inquilini, indipendentemente se proprietari o affittuari.

La Tari quindi è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. In caso di pluralità di possessori o di detentori, essi sono tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria. In caso di detenzione temporanea di durata non superiore a 6 mesi nel corso dello stesso anno solare, la Tasi è dovuta soltanto dal possessore dei locali e delle aree a titolo di proprietà, usufrutto, uso, abitazione o superficie.

Nel caso di locali in multiproprietà e di centri commerciali integrati, il soggetto che gestisce i servizi comuni è responsabile del versamento della Tari dovuta per i locali e le aree scoperte di uso comune e per i locali e le aree scoperte in uso esclusivo ai singoli possessori o detentori, fermi restando nei confronti di questi ultimi gli altri obblighi o diritti derivanti dal rapporto tributario riguardante i locali e le aree in uso esclusivo.

Tari 2016: termini di pagamento

Le norme previste dalla legge riguardo il pagamento della TARI stabiliscono che i versamenti devono essere effettuati in autoliquidazione alle date di scadenza delle rate fissate dal regolamento comunale o in un’unica soluzione entro il 16 giugno dell’anno di riferimento.

A carico del Comune c’è solo l’obbligo di informare il cittadino circa l’importo che deve pagare tramite un servizio di sportello o telefonicamente ed eventualmente con l’invio di una comunicazione e di un modello di pagamento precompilato. In questo caso, eventuali omessi o tardivi pagamenti devono essere sanzionati con le modalità previste dalla relativa normativa e possono essere sanati con l’eventuale utilizzo del ravvedimento operoso.

Il Comune che modifica le modalità di pagamento della TARI, adottando dispositivi di liquidazione d’ufficio, deve indicare tale scelta con una apposita norma regolamentare. In questo caso, la normativa deve delineare la procedura che si intende seguire, dall’invio di un modello di pagamento precompilato con la fornitura di tutte le informazioni sul tributo che deve essere pagato, agli eventuali solleciti bonari, alla notifica di un avviso di accertamento per omesso o parziale pagamento.

Quali sono i termini di prescrizione per l’accertamento e la riscossione coattiva?

L’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale precisa che non esiste una norma regolamentare che preveda una procedura ad hoc, il che obbliga il Comune ad applicare la norma di legge, e quindi a notificare a tutti coloro che non hanno pagato nei termini previsti un avviso di accertamento, le relative sanzioni, e a chi ha pagato tardivamente un provvedimento di irrogazione di sanzioni.

Si ricorda che la notifica dell’avviso di accertamento per la TARI deve essere effettuata entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui il tributo avrebbe dovuto essere pagato o è stato pagato in maniera insufficiente. In caso di mancato pagamento dell’avviso di accertamento, l’ingiunzione o la cartella di pagamento debbono essere notificati entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’avviso di accertamento è diventato definitivo.

Riduzione e incentivi Tari

Esistono degli incentivi sulla Tari per chi effettua la raccolta differenziata e per chi la effettua usufruendo degli appositi centri di raccolta? Il Comune, nel disciplinare le riduzioni della TARI per raccolta differenziata, può anche prevedere di riconoscere la riduzione solo a chi conferisce in appositi centri di raccolta (soprattutto quando la raccolta differenziata viene effettuata con contenitori stradali ed è quindi impossibile individuare i singoli conferitori). È legittimo prevedere riconoscimenti premiali a chi ha determinati comportamenti positivi nel conferimento alla raccolta differenziata, comportamenti da determinare in base alle specificità del sistema di gestione adottato localmente.

Altre riduzioni sono previste tenendo conto del numero degli abitanti nell’immobile, al fine della determinazione della tariffa per le utenze domestiche residenti, nel caso in cui alcuni dei residenti siano assenti per lunghi periodi di lavoro o studio. Occorre però disciplinare correttamente sia la presentazione preventiva delle domande, che dovrebbe essere rinnovata annualmente, e della documentazione che attesta l’effettiva assenza dalla residenza. Si ritiene che l’assenza dalla residenza debba essere superiore ad un congruo periodo, di massima sei mesi nel corso dell’anno per giustificare la richiesta.

Abitazione principale con più unità immobiliari

Come bisogna calcolare la Tari nel caso di abitazione principale costituita da due unità immobiliari catastalmente distinte, comunicanti, con ingresso unico, con un’unica utenza di gas, di luce e di acqua, di fatto quindi non a disposizione per un uso autonomo? In questo caso è corretto richiedere una sola quota variabile della tariffa TARI parametrata al numero dei componenti la famiglia?

Bisogna specificare che la TARI non è un’imposta sul patrimonio immobiliare come l’IMU, dove il possesso e la condizione catastale risultano determinanti ai fini della pretesa tributaria: è una tassa correlata all’erogazione del servizio smaltimento rifiuti e spazzamento delle strade, dove la destinazione d’uso e le modalità di utilizzo degli immobili occupati e suscettibili di produrre rifiuti risultano determinanti ai fini dell’imposizione tributaria, sia sotto il profilo della tariffa differenziata e sia in termini di esenzioni e/o esclusioni.

L’utenza domestica si riferisce all’abitazione principale dell’intestatario che giuridicamente ed in termini generali può essere costituita da più unità immobiliari adibite a civile abitazione, a differenza dell’IMU. Sussiste inoltre distinzione tra il concetto giuridico di “utenza domestica a disposizione” (intesa come civile abitazione), che sottintende un utilizzo eventuale, discontinuo e comunque autonomo (come nel caso tipico delle “seconde case”), ed il concetto giuridico di “abitazione principale” dell’occupante, in relazione all’unità immobiliare aggiuntiva sotto il profilo catastale ma adibita ad abitazione principale.

Pertanto, ai fini TARI, l’abitazione occupata deve essere considerata come unica abitazione per la determinazione della tariffa rifiuti, anche se costituita da più unità castali, purché l’unificazione sia stata fatta nel rispetto della normativa urbanistica e l’abitazione risulti unica nei registri anagrafici.

Come calcolare la Tari? Quali sono i documenti utili?

La TARI è un tributo composto da una parte fissa ed una variabile, oltre al tributo provinciale, senza che, ovviamente, abbia luogo l’applicazione diretta dell’IVA a carico del contribuente. L’IVA, infatti, è applicabile solo nel caso in cui la TARI rappresenti il corrispettivo per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti come previsto dall’articolo 1, comma 668, Legge di Stabilita 2014.

La parte fissa viene determinata tenendo conto delle componenti del costo del servizio di igiene urbana come investimenti e relativi ammortamenti, spazzamento delle strade e così via, mentre la parte variabile è destinata alla copertura dei costi del servizio rifiuti integrato (raccolta, trasporto, trattamento, riciclo, smaltimento) ed è rapportata alla quantità di rifiuti presumibilmente prodotti dal contribuente. All’importo del Tributo è necessario aggiungere il 5% per il Tributo provinciale per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione ed igiene ambientale. In sostanza, si moltiplica la superficie “calpestabile” dei locali (ovvero i metri quadrati netti misurati al filo interno delle murature) per la tariffa fissa unitaria, e poi si aggiunge la tariffa variabile. Per gli immobili a destinazione commerciale, la base imponibile rimane la superficie catastale moltiplicata per la tariffa fissa e variabile secondo la classificazione delle categorie.

Uno dei documenti che può essere utile per calcolare la Tari è la visura catastale per immobile. Il motivo? La visura catastale per immobile riporta dati quali:

  • catasto Terreni o Fabbricati
  • Comune
  • dati identificativi catastali
  • superficie e metri quadri
  • categoria, classe e rendita
  • soggetti (persone o società) intestatari dell’immobile

che permettono di calcolare la Tari senza errori. È possibile ottenere una visura catastale per immobile online su Visure Italia in pochi click. Le visure catastali hanno una finalità specificatamente fiscale e reddituale, non giuridica. Da questo si evince che il Catasto italiano non ha carattere probatorio e che pertanto le visure catastali non possono provare l’esistenza di un diritto reale e la titolarità giuridica dell’intestatario relativamente al bene immobile indicato nella visura catastale.

Leggi anche -> Riclassamento immobiliare: come funziona?

 

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Ho conseguito la laurea in Economia e Gestione Aziendale e da sei anni mi occupo di digital marketing. Sono responsabile del blog SmartFocus e gestisco i canali social di VisureItalia® curando i rapporti con la community dei lettori. Ogni giorno mi informo su nuove normative in campo fiscale, tributario o economico e mi piace condividere le mie conoscenze con i nostri lettori.

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2 commenti per "Quali sono le domande frequenti e il calcolo della Tari 2016?"

  • Vito Imperiale ha detto:

    HO un deposito accatastato ma non collaudato. Ho avuto dal comune da pagare la tari anno 2016:la notifica mi è pervenuta in data 16 febbraio 2022. Vorrei sapere se sono scaduti i termini (ai sensi di quale legge) e se devo pagare visto che detto deposito non è stato fatto nessun collaudo.
    la mia email felefante@libero.it
    Grazie

    • Redazione ha detto:

      Gentile Vito, la prescrizione della TARI, come tutti i tributi locali, è il 5 anni. La normativa di riferimento è l’articolo 2948, comma 4, del codice civile, in quanto rientrano tra “tutto ciò che deve pagarsi periodicamente”. In base a quanto esposto, la TARI dell’anno 2016 si sarebbe dovuta prescrivere il 31/12/2021. Tuttavia, questo termite, in seguito a quanto disposto dall’articolo 67, comma 1, del Decreto Legge n. 18\2020, convertito nella Legge 27\2020, dovrebbe slittare di 85 giorni. Le suggeriamo di chiedere maggiori informazioni presso l’ufficio Tributi del suo comune. Cordiali saluti.

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