Stop alla riforma sul Catasto: il Governo fa di nuovo marcia indietro!

Stop alla riforma sul Catasto: il Governo fa di nuovo marcia indietro!

Lo ha annunciato il 26 ottobre il viceministro dell’Economia Enrico Morando in occasione del convegno ACEN (Associazione nazionale costruttori edili) a Napoli. “La riforma sul Catasto non si farà” è stato l’annuncio shock. Dopo anni di promesse, si rimane fermi allo status in vigore dal 1939.

Abbiamo seguito passo dopo passo gli sviluppi di una riforma tanto attesa. Dalle prime linee guida pubblicate nella Gazzetta Ufficiale nell’ambito della legge 23 del 2014. Alla nomina delle commissioni censuarie nel 2015 fino alle ultime previsioni ed i primi dubbi contenuti nel Programma Nazionale di Riforma del 2016. La dichiarazione del viceministro ha rimesso in discussione tutto l’iter. Il Governo Renzi si è reso conto di avere altre priorità piuttosto che rispettare gli impegni presi.

Le tappe della riforma del Catasto

La legge n. 23 del 11 marzo 2014 pubblicato nella G.U. n. 9 del 2015 prevedeva l’entrata in vigore del provvedimento entro il 28 gennaio 2015. Ma già dal mese di giugno 2015 era arrivato il primo slittamento del provvedimento. La necessità di provvedere ad una revisione sistematica della tassazione immobiliare imponeva una doverosa riflessione. In seguito, il documento di economia e finanze del 2016 aveva individuato il 2018 come termine ultimo per l’attuazione. Ci si era resi conto che allineare i dati catastali e definire nuove rendite catastali poteva determinare un incremento della tassazione sugli immobili. Le commissioni censuarie erano state istituite appositamente per definire le nuove tariffe d’estimo. Nella legge di stabilità 2016 il Governo aveva deciso di concentrare l’attenzione, inizialmente, sulle rendite catastali dei fabbricati a destinazione produttiva ed industriale (D ed E). Ora un nuovo stop, sarà definitivo?

La ratio della norma è quella di evitare la sperequazione dei valori catastali tra fabbricati. Nelle grandi città si verifica infatti che le rendite catastali degli immobili siti in periferia siano superiori a quelle dei fabbricati in centro. Succede così ad esempio a Roma dove un appartamento in Piazza di Spagna paga meno tasse rispetto ad un appartamento in periferia. Il problema è dato dal divario tra i valori catastali e quelli di mercato. In media, la differenza tra i due è pari al 139%. Ciò è dovuto alla disomogeneità tra i due valori. Sono infatti 238 mila i valori medi di mercato a fronte di soli 99 mila valori catastali. Una differenza ancora più marcata soprattutto nelle grandi città.

 

Legal Service Specialist in VisureItalia®

Legal Service Specialist – Ho acquisito una formazione tecnica in architettura di interni e nell’architettura del paesaggio. Da venti anni svolgo la professione di visurista per ispezioni ipotecarie e catastali presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari ed il Catasto per conto di studi notarili, enti di riscossione e istituti di credito. In VisureItalia® ricopro il ruolo di Legal Services Specialist e coordino le attività del team di visuristi operativi in tutti gli Uffici di Pubblicità Immobiliare in Italia. Su SmartFocus condivido le mie conoscenze per facilitare l’accesso alle banche dati pubbliche e ai Pubblici Registri in particolare.

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