Riforma del Catasto: quali sono le novità sul decreto?
Le ultime novità sulla riforma del catasto riguardano ancora una volta i dati di riferimento per i valori immobiliari. Le modifiche più rilevanti del decreto sulla riforma del catasto, proposte da Confedilizia e dal presidente della Commissione Finanze, Capezzone, riguardano la base dati e l’invarianza del gettito. Ecco di cosa si tratta.
Base dati per la riforma del catasto
Inizialmente, la proposta per la formulazione della base dati del nuovo catasto era incentrata sulle compravendite rogitate nel triennio 2012-2014. La conseguenza? Un allargamento eccessivo delle zone nelle quali elaborare gli immobili, vista la scarsità di acquisti immobiliari nei singoli comuni.
Il problema, secondo le nuove proposte, potrebbe essere superato considerando anche le vendite giudiziarie. In questo modo, le zone potrebbero restare di dimensioni accettabili in molti casi e, d’altronde, i valori medi da cui partire sarebbero sensibilmente più bassi. Per quale motivo? L’influenza delle case vendute all’incarto abbasserebbe la media generale per categoria, poiché si tratta di vendite chiude a valori ribassati anche della metà rispetto al valore di mercato.
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Invarianza del gettito
Nell’ultima versione del decreto legge per la riforma del catasto, si faceva riferimento solo a un’invarianza a livello nazionale, mentre per quanto riguardava i Comuni si accennava all’idea di sacrificare l’invarianza per evitare scarti troppo alti tra i vecchi e nuovi valori. Il timore si fondava soprattutto sul calcolo della rendita catastale, non più sulla base dei vani ma dei metri quadri.
Una futura inversione di rotta potrebbe riguardare un’invarianza di gettito solo nel caso dei Comuni, anche se lo stesso Capezzone ha sottolineato che bisognerà attendere i testi definitivi.
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