Rating di legalità: i commercialisti italiani ne sottolineano l’importanza
Come gestire correttamente un azienda commerciale valutando professionalmente il rating di legalità? A darne compiuta risposta è il Consiglio e la Fondazione nazionali dei commercialisti con la pubblicazione del recentissimo documento “Rating di Legalità e Modello Organizzativo ex D.Lgs. 231/2001: novità e spunti per la valorizzazione degli strumenti di corretta gestione aziendale”. Vediamo in questo articolo gli aspetti più importanti.
Rating di legalità e modello organizzativo secondo il decreto legislativo 231/2001
Consiglio e Fondazione nazionale dei Commercialisti con la pubblicazione dello studio in esame hanno ripercorso passo dopo passo tutta la strada, che la normativa relativa al concetto stesso del rating di legalità, ha percorso fino ad oggi a cominciare dal 2012.
Il documento di studio riporta, infatti, gli ultimi otto anni di pratiche normative e burocratiche del Rating “descrivendone le caratteristiche, individuandone i destinatari e, soprattutto, evidenziando i benefici di cui possono usufruire le società e li enti che lo ottengono”.
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Rating: le novità introdotte dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
Il regolamento che disciplina il Rating è stato modificato e innovato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a partire dallo scorso 20 ottobre 2020.
Il lavoro di modifica dell’AGCOM si è reso necessario alla luce della grande importanza che lo strumento del rating di legalità riveste per un corretto svolgimento delle attività commerciali di aziende e Pubbliche Amministrazioni.
Sul tema sono poi intervenuti nel corso delle ultime ore anche il Consiglio e la Fondazione nazionali dei commercialisti che hanno elaborato un articolato documento di studio dal titolo “Rating di Legalità e Modello Organizzativo ex D.Lgs. 231/2001: novità e spunti per la valorizzazione degli strumenti di corretta gestione aziendale”.
Andando più nel dettaglio, scopriamo come lo studio di Consiglio e Fondazione Commercialisti sia andato a meglio spiegare alcuni aspetti relativi ai ratti distintivi del Rating, anche nei suoi profili di recente introduzione.
“Lo studio analizza il rapporto esistente con il Modello previsto dalla disciplina sulla responsabilità amministrativa ai sensi del D.Lgs. 231/2001 – affermano i commercialisti italiani intervistai a riguardo – nel presupposto che una maggiore interazione tra i due strumenti, entrambi ispirati al perseguimento di elevati standard di etica e legalità, possa consentire una migliore valorizzazione del Rating, in una prospettiva non più meramente limitata ai benefici previsti in sede di concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e delle banche, bensì estesa a premiare in modo più diffuso l’imprenditore che scelga d’intraprendere un percorso di compliance e di corretta gestione aziendale”.