Opposizione tardiva a decreto ingiuntivo: quando è considerato ammissibile?

Opposizione tardiva a decreto ingiuntivo: quando è considerato ammissibile?

Nel sistema giuridico e normativo italiano, con il termine di opposizione tardiva a decreto ingiuntivo si definisce l’opposizione che l’intimato muove anche dopo scaduto il termine di 40 giorni fissato nelle notifica di decreto.

Quando si parla di Opposizione tardiva riguardo un decreto ingiuntivo? Quali sono le fonti di legge, i requisiti, i termini e il modello da utilizzare.

Questa particolare tipologia di azione è ammessa solo a patto che sussistano, nel concreto, delle condizioni sostanziali specifiche.

INDICE:

  1. Cos’è l’opposizione tardiva a decreto ingiuntivo?
  2. Cosa prevede l’art. 650 c.p.c.
  3. Quali sono i requisiti per proporre l’opposizione tardiva?
  4. Termine per presentare l’opposizione tardiva.
  5. Le conseguenze dell’Opposizione tardiva ad un decreto ingiuntivo.

Cos’è l’opposizione tardiva a decreto ingiuntivo?

Il nostro ordinamento indica con il termine di opposizione al decreto ingiuntivo la possibilità offerta al soggetto ingiunto d’impugnare il decreto (ingiuntivo) emesso contro di lui.

La motivazione che muove questa particolare azione è la convinzione di ritenere infondata la richiesta contenuta nel decreto ingiuntivo e la sua presentazione fa nascere un contraddittorio a cognizione piena in cui si confrontano le contrastanti posizioni delle due parti.

Cosa prevede l’art. 650 c.p.c.

Se dovessimo ricercare la motivazione alla base della figura dell’opposizione tardiva dobbiamo andare ad analizzare l’articolo 650 del codice di procedura civile.

Tale disposizione, sulla questione, recita testualmente che: “L’intimato può fare opposizione anche dopo scaduto il termine fissato nel decreto, se prova di non averne avuta tempestiva conoscenza per irregolarità della notificazione o per caso fortuito o forza maggiore. […] L’opposizione non è più ammessa decorsi dieci giorni dal primo atto di esecuzione

Come si legge facilmente, l’opposizione tardiva a decreto ingiuntivo è una figura giuridica che il legislatore ha configurato come una chiara situazione di “favore” in capo al debitore opponente.

Con l’opposizione tardiva infatti si riconosce al debitore il diritto / potere di evitare che un provvedimento possa acquisire efficacia definitiva grazie all’azione di una sola parte.

L’opposizione inoltre, per essere valida, deve venire presentata allo stesso giudice che ha precedentemente emesso il decreto ingiuntivo al quale ci si oppone.

Una volta reso effettiva l’opposizione, tra le parti nasce un contraddittorio a cognizione piena che andrà a svolgersi con le stesse identiche formalità burocratiche che troviamo anche nello svolgimento del processo ordinario.

Nel corso del contradditorio, il giudice dovrà andare a verificare la competenza del giudice che ha emanato il decreto ingiuntivo e l’effettiva esistenza del credito preteso.

Se si ravvisa l’assenza di uno solo di questi requisiti generali il giudice ha la possibilità, ai sensi dell’articolo 633 del codice di procedura civile, di dichiarare l’invalidità del decreto.

Quali sono i requisiti per proporre l’opposizione tardiva?

Competenza del giudice che ha emanato il decreto ingiuntivo ed effettiva esistenza del credito preteso.

Oltre questi due requisiti che possiamo ben definire come generici, analizzando la normativa specifica possiamo individuare altri quattro requisiti necessari alla costituzione corretta dell’atto.

Per proporre al giudice un atto di opposizione tardiva per un decreto ingiuntivo sono è necessaria la sussistenza di:

  • l’indicazione del tribunale a cui si propone la domanda;
  • i dati identificativi delle parti (attore e convenuto);
  • la data della prima udienza di comparizione e l’invito al convenuto a costituirsi tempestivamente;
  • i riferimenti al procuratore e alla relativa procura.

Inoltre sono considerati fondamentali, anche i requisiti tipici degli atti di comparsa di risposta contenuti nell’art. 167 del c.p.c..

Termine per presentare l’opposizione tardiva

Il tema sul termine dell’Opposizione tardiva a un decreto ingiuntivo è uno dei più discussi, ma cerchiamo di andare con ordine e di spiegare come è possibile calcolare il termine.

In caso di volontà nel contestare il decreto ingiuntivo il termine per proporre opposizione tardiva ai sensi dell’art. 650 c.p.c. è di quaranta giorni dalla conoscenza dell’ingiunto, comunque avuta, dell’atto da opporre.

A stabilire il termine è ancora il codice di procedure civile che all’articolo 641 prevede come il termine deve essere interamente assicurato, senza alcuna possibilità per il giudice di merito di valutare la “congruità”, o comunque la “sufficienza”, del tempo residua intercorrente fra la conoscenza effettiva e la scadenza termine per proporre opposizione tempestiva.

Le conseguenze dell’opposizione tardiva per un decreto ingiuntivo

Le conseguenze dirette di un atto di opposizione tardiva sono individuabili nell’apertura di un giudizio di cognizione ordinario.

Con l’apertura di un giudizio ordinario il debitore diventa formalmente attore e convenuto nel processo mentre in capo al creditore si configura la situazione di convenuto formale e attore sostanziale.

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Fonte: Codice Di Procedura Civile

 

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