Sfratto per morosità incolpevole: come evitarlo?

Sfratto per morosità incolpevole: come evitarlo?

Gli inquilini di un immobile che non riescono a pagare l’affitto possono essere, come ben sappiamo, sottoposti a misure di sfratto per morosità. Ma cosa succede se si tratta di inquilini morosi incolpevoli? Questi, in caso di specifiche situazioni di sopravvenuta impossibilità al pagamento del canone locativo, hanno la possibilità di accedere al Fondo per la morosità incolpevole. Vediamo quando si viene a configurare una situazione di morosità incolpevole, quali sono i requisiti previsti e le modalità per accedere al fondo.

INDICE:

  1. Come evitare lo sfratto per morosità?
  2. Chi sono i morosi incolpevoli?
  3. Come accedere al fondo morosità incolpevole??
  4. I criteri di accesso al fondo

Come evitare lo sfratto per morosità?

L’intimazione di sfratto per morosità è disciplinata dall’art. 658 c.p.c., che stabilisce al comma 1: “Il locatore può intimare al conduttore lo sfratto con le modalità stabilite nell’articolo precedente anche in caso di mancato pagamento del canone d’affitto alle scadenze, e chiedere nello stesso atto l’ingiunzione di pagamento per i canoni scaduti“.

Il procedimento di sfratto per morosità inizia con la notificazione dell’intimazione all’inquilino. Questa notifica deve avere la forma dell’atto di citazione e, quindi, contenere, oltre l’intimazione, anche gli elementi necessari per la validità dell’atto di citazione. Deve essere compreso, inoltre, anche l’avvertimento che se questi non comparirà all’udienza indicata o se comparendo non si opporrà, il giudice convaliderà lo sfratto (art. 660 c.p.c.)

Tuttavia, se avete ricevuto uno sfratto per morosità e rientrate nella categoria degli inquilini morosi incolpevoli potete ricevere un contributo economico grazie al Fondo per la morosità incolpevole

Chi sono i morosi incolpevoli?

Per morosità incolpevole si intende: “l’impossibilità al pagamento del canone di locazione a causa della perdita o della consistente riduzione del reddito del nucleo familiare“. Le cause principali che identificano una situazione di morosità incolpevole sono:

  • perdita del lavoro per licenziamento;
  • accordi aziendali o sindacali con consistente riduzione dell’orario di lavoro;
  • cassa integrazione ordinaria o straordinaria che limiti notevolmente la capacità reddituale; mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipici;
  • cessazioni di attività libero-professionali o di imprese registrate, derivanti da cause di forza maggiore o da perdita di avviamento in misura consistente;
  • malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare che abbia comportato o la consistente riduzione del reddito complessivo del nucleo medesimo o la necessità dell’impiego di parte notevole del reddito per fronteggiare rilevanti spese mediche e assistenziali.

L’elenco appena esposto è a titolo esemplificativo e non esaustivo. Solo nel caso in cui sussista una di queste condizioni si rientra tra gli inquilini morosi incolpevoli. Quest’ultimi potranno attingere ad un fondo contributivo predisposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Il Fondo è stato istituito dall’art. 6, c. 5, del D.L. 102/2013 convertito, con modificazioni, dalla Legge 28 ottobre 2013, n. 124 e poi di nuovo modificato con D.M. 30 marzo 2016.

Come accedere al fondo morosità incolpevole?

È il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a ripartire, in accordo con la Conferenza Unificata Stato-Regioni, le risorse destinate al Fondo per la morosità incolpevole. Viene infatti emanato annualmente un decreto di riparto, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Questo prevede la distribuzione della dotazione assegnata per l’anno tra le diverse Regioni e Province autonome. Le Regioni che beneficiano per prime delle risorse disponibili sono quelle che hanno emanato norme per la riduzione del disagio abitativo e che prevedono percorsi di accompagnamento sociale per i soggetti sottoposti a sfratto.

Non è quindi il Ministero a distribuire direttamente i fondi ai cittadini nelle condizioni di morosità in colpevole. I contributi vengono ripartiti alle Regioni che, a loro volta, li ripartiscono ai Comuni in base alle esigenze.

I criteri di accesso al fondo

Ogni Comune dovrà pubblicare poi il bando per l’accesso ai contributi economici volti a prevenire l’esecuzione dello sfratto per morosità. Tali contributi sono concessi in presenza di un procedimento di intimazione di sfratto per morosità per il quale non sia ancora intervenuto il provvedimento di convalida ovvero quello per cui è intervenuta la convalida ma non c’è stata ancora esecuzione.

Potranno presentare domanda solo i nuclei familiari in possesso dei determinati requisiti. Tra questi, oltre a quelli prima elencati, ci sono l’essere titolari di un contratto di locazione ad uso abitativo regolarmente registrato (con esclusione degli immobili appartenenti alle categorie catastali A1, A8 e A9) e con residenza da almeno un anno nell’alloggio oggetto della procedura di rilascio, nonché avere il reddito Ise non superiore ad euro 35.000,00.

Ciascun comune verifica inoltre che nessun componente del nucleo familiare richiedente sia titolare di diritto di proprietà, usufrutto od uso di altro immobile situato nella provincia di residenza ed  adeguato alle loro esigenze.

Per conoscere in modo completo tutto ciò che riguarda i criteri, le modalità di accesso e di erogazione del contributo vi consigliamo di visionare il Bando fondo inquilini morosi incolpevoli pubblicato dal vostro Comune di residenza.

Fonte: Ministero delle infrastrutture e dei trasporti

 

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Ho conseguito la laurea in Economia e Gestione Aziendale e da sei anni mi occupo di digital marketing. Sono responsabile del blog SmartFocus e gestisco i canali social di VisureItalia® curando i rapporti con la community dei lettori. Ogni giorno mi informo su nuove normative in campo fiscale, tributario o economico e mi piace condividere le mie conoscenze con i nostri lettori.

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