Modello autocertificazione destinazione urbanistica: quando è previsto?

Il certificato di destinazione urbanistica è autocertificabile? La risposta è affermativa, ma con delle precisazioni. Scopriamo di più sul modello per l’autocertificazione della destinazione urbanistica.
INDICE:
Cosa si intende con certificato di destinazione urbanistica?
Il certificato di destinazione urbanistica (CDU) contiene tutte le prescrizioni urbanistiche relative ad un’area o un immobile, così come previsto dal Piano Regolatore Generale (zona agricola, edificabile, verde, ecc.). La situazione giuridica attestata nel certificato è quindi determinata da provvedimenti precedenti.
Questo tipo di certificato occorre nel caso della stipula di:
- un atto di compravendita, di divisione o di donazione con oggetto un terreno che non sia pertinenza di un edificio qualsiasi sia la sua superficie;
- un atto di compravendita, di divisione o di donazione con oggetto un terreno che costituisce pertinenza di un edificio censito al Nuovo Catasto Edilizio Urbano se di superficie uguale o superiore a 5.000 mq;
- un atto pubblico avente ad oggetto trasferimento, costituzione o scioglimento della comunione di diritti reali relativi a terreni.
In assenza del CDU, tutti gli atti tra vivi stipulati in forma pubblica o privata e aventi come oggetto il trasferimento, o la costituzione, o lo scioglimento della comunione di diritti reali relativi a terreni, sono nulli. Essi non possono essere quindi né stipulati né trascritti nei pubblici registri immobiliari nel caso in cui agli atti stessi non fosse allegato il certificato di destinazione urbanistica.
Cos’è l’autocertificazione per la destinazione urbanistica?
L’autocertificazione della destinazione urbanistica è un documento che consente al cittadino di dichiarare autonomamente la destinazione d’uso di un immobile o di un terreno, basandosi sulle informazioni contenute nel piano urbanistico comunale. Questa modalità di autocertificazione si fonda sulla normativa che permette di dichiarare fatti e dati verificabili con facilità, senza necessità di fornire ulteriori documenti o ottenere approvazioni formali da parte dell’amministrazione locale.
L’articolo di riferimento è il 15 della Legge 183/2011, che stabilisce che il certificato può essere oggetto di autocertificazione e deve essere rilasciato, a pena di nullità, con la seguente dicitura: “Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi”.
Quando non è richiesto il CDU
Quando si presenta la dichiarazione di successione, non è richiesto il Certificato di Destinazione Urbanistica (CDU). Gli eredi, infatti, devono dichiarare autonomamente il valore del terreno tramite autocertificazione, da presentare direttamente all’Agenzia delle Entrate. Il CDU non può essere, infatti, presentato agli organi della Pubblica Amministrazione, come stabilito dall’articolo 40 del Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445.
Inoltre, la normativa sul rilascio del CDU non si applica quando i terreni sono pertinenze di edifici censiti nel Nuovo Catasto Edilizio Urbano, a condizione che la superficie complessiva dell’area di pertinenza non superi i 5.000 metri quadrati.
Si riporta un fac-simile di autocertificazione destinazione urbanistica terreni da allegare alla successione:

Per approfondire, leggi anche Certificato di destinazione urbanistica (CDU), a cosa serve e quando richiederlo
4 commenti per "Modello autocertificazione destinazione urbanistica: quando è previsto?"
In caso di donazione tra fratelli della propria quota ereditaria, (pervenuta dalla madre), ad un suo fratello,si può autocertificare la destinazione urbanistica, come avviene in caso di successione?
Buongiorno Carlo, non ci risulta che sia possibile autocertificare la destinazione urbanistica in caso di donazione tra fratelli di una quota ereditaria. Le suggeriamo di confrontarsi con il suo notaio. Cordiali saluti.
La PU non dovrebbe NON poter chiedere dati gia in suo possesso, e la destinazione d’uso è uno di quelli ?
Buongiorno Mauro, la destinazione d’uso è un dato che normalmente dovrebbe essere in possesso della PA, ma in alcuni contesti pratici può essere richiesto di nuovo per motivi di aggiornamento o verifica. Cordiali saluti.