Investire in case all’estero: lo scenario attuale
Dai Balcani alla Grecia, dalla Francia alla Spagna, ecco qualche suggerimento sulle tasse e i valori al mq per gli italiani che vogliono investire in case all’estero.
Nonostante la nuova tassa Ivie sui valori immobili all’estero, gli italiani non smettono di investire nell’acquisto di case all’estero. Ma prima di prendere delle decisioni, è bene approfondire le tassazioni nei paesi stranieri più appetibili.
Investire in case all’estero: i dati
Sono 42.300 le famiglie italiane che nel 2013 hanno acquistato casa all’estero, un dato in crescita del 6,3% rispetto al 2012 e che si prevede aumenterà fino a 45 mila nel 2014. Lo ha evidenziato la periodica ricerca di Scenari Immobiliari, che ha anche precisato che la causa di questo aumento nell’acquisto immobiliare all’estero è dovuta all’abbassamento della qualità degli immobili in Italia e dal peso dei tributi sulle seconde e terze case.
L’Italia sarebbe al secondo posto tra i paesi europei a investire nel mattone all’estero, preceduti solo dai tedeschi e seguiti da inglesi e francesi. La classifica delle regioni, invece, vede al primo posto la Lombardia seguita dal Veneto.
Investimenti immobiliari nei Balcani e in Grecia
I paesi in cui è più conveniente investire, soprattutto per un costo al mq molto basso, sono la Croazia e il Montenegro (tra i 1400 e i 1700 euro), ma il secondo risulta essere più conveniente anche per quanto riguarda le tasse d’acquisto che si aggirano intorno al 2%, mentre in Croazia si arriva all’8%.
In Grecia, i costi delle abitazioni a mq si alzano fino ai 5000 euro, partendo in ogni caso dai 2000/2700 nelle isole meno frequentate. Al calo dei prezzi dovuti alla crisi greca, si uniscono dei costi di trasferimento della proprietà che non superano il 3% del valore oggettivo dell’immobile. La tassa patrimoniale sugli immobili si paga solo se il valore dello stesso supera i 243 mila euro.
Le tasse immobiliari in Francia e Spagna
La Francia, invece, risulta il paese più complicato nel quale investire a causa delle sue tasse sulla proprietà immobiliare, che sono:
- tassa d’abitazione (dovuta dall’inquilino, varia di regione in regione)
- tassa dovuta dal proprietario
- imposta patrimoniale, su patrimoni di oltre 1,3 milioni di euro, con aliquota tra lo 0,25% e lo 0,50%.
Anche la Spagna, a causa della crisi del mercato immobiliare, risulta un paese nel quale è conveniente investire, anche nelle località più frequentate dove le case arrivano a costare dai 4000 ai 650 euro a mq. Le tasse nella penisola iberica sono simili a quelle italiane (IBI: Imposta sui Beni Immobili) e vanno dallo 0.4% all’1,1%. Per le scadenze e le oscillazioni, però, bisogna verificare le disposizioni comunali.
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