Domicilio e residenza: quale differenza?

Domicilio e residenza: quale differenza?

Sono diversi i motivi per cui le persone devono essere rintracciate e per questo assumono rilevanza i luoghi nei quali si trovano. Nell’articolo di oggi analizziamo la differenza tra domicilio e residenza.

Non tutti i luoghi in cui si trova una persona sono rilevanti allo stesso modo per l’ordinamento giuridico. In base alla diversa relazione tra persone e luoghi si distinguono: il domicilio, la residenza e la dimora.

Questi termini non sono sinonimi, anche se capita che nel linguaggio comune vengano erroneamente usati in questo modo. In alcuni casi residenza e domicilio anagrafico possono coincidere, ma non sempre.

In questo articolo esamineremo:

  1. Le differenze tra domicilio e residenza nel codice civile
  2. Il domicilio
  3. I diversi tipi di domicilio
  4. La residenza
  5. Quando domicilio e residenza coincidono?
  6. Perché è importante conoscere la differenza tra domicilio e residenza”
  7. E la dimora?

Le differenze tra domicilio e residenza nel codice civile

La differenza tra domicilio e residenza è definita dallo stesso Codice Civile. In particolare, l’articolo 43 c.c. stabilisce che:

Il domicilio di una persona è nel luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi [art. 14 Cost., artt. 45 e 46 c.c.].. La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale [art. 144 c.c.]”.

Il domicilio

Dall’articolo sopraesposto emerge come il domicilio riguardi la sfera economico – sociale del soggetto, in quanto si riferisce al luogo in cui viene stabilita la sede principale dei suoi affari e interessi. L’identificazione di tale luogo prescinde, quindi, dalla presenza fisica della persona. 

Il domicilio si compone di due elementi:

  1. oggettivo, che riguarda l’effettiva presenza dei propri affari ed interessi in un certo luogo;
  2. soggettivo, che fa riferimento all’intenzione, desumibile dal comportamento della persona, di scegliere stabilmente quel luogo per svolgere i propri affari o interessi.

In base a quando disposto dall’art. 14 della Costituzione “il domicilio è inviolabile” ed è sottoposto alle stesse garanzie previste per la tutela della libertà personale. La Costituzione attribuisce al domicilio un significato più ampio, in quanto viene inteso come il luogo in cui la persona conduce la propria vita privata e come tale, al fine di tutelare la propria riservatezza, non può essere oggetto di ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla legge.

I diversi tipi di domicilio

Per il domicilio non è richiesta nessuna registrazione pubblica, in quanto vige la libertà di domicilio. Un soggetto è libero di eleggere il proprio domicilio in una città e lasciare la propria residenza anagrafica in un’altra. Pensiamo ad esempio a Tizio che è residente stabilmente in Canada, ma che ha a Milano i suoi interessi che vengono curati da Caio.

L’art. 45 c.c. garantisce la libertà di domicilio anche ai coniugi, in quanto: “Ciascuno dei coniugi ha il proprio domicilio nel luogo in cui ha stabilito la sede principale dei propri affari o interessi“. Un riconoscimento successivo alla riforma del diritto di famiglia del 1975, in quanto la precedente formulazione prevedeva che la moglie dovesse avere il domicilio presso il marito.

In alcuni casi è possibile eleggere un domicilio speciale. A stabilirlo è l’art. 47 c.c. che dispone: “Si può eleggere domicilio speciale per determinati atti o affari. Questa elezione deve farsi espressamente per iscritto”.

Esempio tipico di domicilio speciale è la domiciliazione presso l’ufficio dell’avvocato mandatario in caso di atti relativi ad una causa legale.

Il domicilio generale (art. 43 c.c.), che corrisponde alla sede principale di tutti gli affari ed interessi, è unico per ciascun soggetto. Si possono avere, invece, più domicili speciali che si riferiscono a determinati atti o affari.

Ci sono, inoltre, alcune situazioni in cui il domicilio è stabilito tassativamente dalla legge. In questo caso è necessario fare riferimento ai commi 2 e 3 dell’art. 45 c.c., che riguardano le ipotesi del minore e dell’interdetto. Il primo è domiciliato nel luogo di residenza della famiglia o quello del tutore. In caso di separazione dei genitori o annullamento/scioglimento del matrimonio oppure in caso di cessazione degli effetti civili o comunque se i genitori non hanno la stessa residenza, è previsto il domicilio presso il genitore con cui il minore convive. L’interdetto ha, invece, il domicilio del tutore. In queste circostanze si parla, quindi, di domicilio legale, il quale si distingue dal domicilio volontario che viene scelto liberamente dal soggetto.

La residenza

La residenza coincide con la dimora abituale del soggetto. La residenza anagrafica è quella fissata con l’iscrizione presso l’anagrafe di un comune in cui si decide di dimorare abituale. 

Può essere scelta liberamente, ma l’iscrizione all’anagrafe è per i cittadini un obbligo. Anche il cambio residenza deve essere provato con la doppia dichiarazione fatta al comune che si abbandona e a quello in cui la persona si trasferisce.

Invece, la residenza fiscale si acquisisce se il contribuente è iscritto all’Anagrafe della popolazione residente o ha residenza o domicilio in Italia per più di 183 giorni all’anno.

Come si può attestare il domicilio e la residenza di una persona?

Non esiste nessun certificato che attesti il domicilio, come invece accade per la residenza anagrafica. L’attestazione del domicilio, se richiesta, può avvenire fornendo una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.

Certificato di residenza anagraficaRichiedilo qui

Potrai ricevere questo documento compilando questo modulo:

Certificato di residenza anagrafica

Quando domicilio e residenza coincidono?

Domicilio e residenza pur avendo significati diversi ed essendo, quindi, distinti, possono coincidere.

Quanto appena affermato è desumibile dal comma 2 dell’art. 44 c.c, che prevede: “Quando una persona ha nel medesimo luogo il domicilio e la residenza e trasferisce questa altrove, di fronte ai terzi di buona fede si considera trasferito pure il domicilio, se non si è fatta una diversa dichiarazione nell’atto in cui è stato denunciato il trasferimento della residenza“.

Perché è importante conoscere la differenza tra domicilio e residenza

Sapere la differenza tra domicilio e residenza è molto importante perché a questi due concetti sono collegati diversi aspetti della vita di tutti i giorni.

In base alla residenza, ad esempio, dipendono:

  • l’accesso ai servizi demografici ed elettorali del Comune di residenza;
  • la scelta del medico di Medicina Generale;
  • le formalità preliminari che precedono la celebrazione del matrimonio;
  • la competenza territoriale degli organi giudiziari;
  • la ricezione di raccomandate, atti giudiziari o altri documenti;
  • il rilascio di certificati anagrafici.

E la dimora?

La dimora è, invece, costituita dal luogo in cui la persona abita e svolge in maniera continuativa la propria vita personale. 

Rileva, ad esempio, come dimora il luogo in cui la persona permane in maniera continuativa, in forza di un titolo di una certa durata come un contratto di locazione. La dimora assume rilevanza giuridica solo quando non è nota la residenza.

 

Founder & CEO in VisureItalia®

Ho conseguito la laurea in Scienze Politiche e un Master in Gestione ed Amministrazione del patrimonio immobiliare degli enti ecclesiastici e religiosi. Dopo una lunga esperienza in ambito della gestione e messa a reddito di patrimoni immobiliari, nel 1999 ho intrapreso l’attività nel settore delle informazioni immobiliari, collaborando con i principali istituti di credito e gli enti di riscossione. Su SmartFocus aiuto i nostri lettori a capire quali problemi possono essere collegati con le attività di acquisto, vendita o locazione di un immobile.

© Riproduzione riservata

Se hai trovato utile questo articolo o hai bisogno di un chiarimento, lascia un commento nel form a fine pagina o scrivici a smartfocus@visureitalia.com. Inoltre, iscriviti alla newsletter per ricevere gratuitamente aggiornamenti su attualità economica, novità fiscali e tributarie, consigli pratici su normative, leggi e tributi!
Servizi VisureItalia

10 commenti per "Domicilio e residenza: quale differenza?"

  • Giusy Ferrari ha detto:

    Una domanda: per il calcolo ISEE vale il domicilio o la residenza? Grata di una ridpisra

  • Luigi Ciani ha detto:

    Salve, sono residente in un appartamento insito in una bifamiliare (al civico 7).
    Devo lasciare il civico 7 a mio figlio per trasferirmi nell’altro appartamento contiguo civico 9 dove è in corso una ristrutturazione.
    Chiedo: posso procedere al cambio di residenza da civico 7 al 9 da subito oppure devo aspettare necessariamente che i lavori in corso del civico 9 finiscano?
    Grazie
    Luigi/Ravenna

  • catalina ha detto:

    Buongiorno, sono una extra eu, ho residenza a milano pero mi sono trasferita a verona per lavoro, ma nella nuova casa non mi permettono de fare la residenza. Ho la carta di ospitalità, ma non so si è necessario fare una autodichiarazione di residenza.

    • Redazione ha detto:

      Buonasera Catalina, le suggeriamo di recarsi presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Verona per richiedere maggiori informazioni sulla sua situazione. Cordiali saluti.

  • Gaetano ha detto:

    Buongiorno siamo da un anno io e mia moglie residenti in calabria ma lavoriamo e siamo domiciliati nel Veneto….adesso il comune di domicilio vuole spostare la nostra residenza… in Veneto da sapere che noi scendiamo spesso….. c’è qualche cavillo che ci possa permettere di rimanere residenti in Calabria grazie buona giornata

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Gaetano, potrebbe provare a rivolgersi presso il Comune veneto in cui è domiciliato facendo presente che la differenza tra domicilio e residenza è dovuta a motivi lavorativi. Cordiali saluti.

  • ITALO ha detto:

    INQUILINO MOROSO DA DIECI MESI,COMUNICO DI RISOLVERE IL CONTRATTO DI LOCAZIONE PER INADEMPIMENTO CONTRATTUALE.
    NONOSTANTE I NUMEROSI SOLLECITI,VERBALI E SCRITTI,NULLA AD OGGI è STATO
    VERSATO.PER TALE MOTIVO CHE IL CONTRATTO DI AFFITTO DEL O7/O7/2O18 REGISTRATO IL29/O7/2018/DEVE INTENDERSI DI DIRITTO RISOLTO.
    CON A.R.INTIMO IL RILASIO DELL/IMMOBILE DA VOI OCCUPATO ENTRO QUINDICI GIORNI OLTRE AL PAGAMENTO DELLA SOMMA MATURATA A SEGUITO DELLE MANCATE
    CORRESPONSIONI DI DIECI CANONI.INQUILINO HA LASCIATO L/IMMOBILE MA TRATTIENE LE CHIAVI COSA DERVO FARE?ITALO

    • Redazione ha detto:

      Gentile Italo, se ancora non vi ha provveduto, le consigliamo di procedere con la risoluzione del contratto di locazione presso l’Agenzia delle Entrate di competenza e poi di rivolgersi alle autorità per capire come può procedere per riprendere possesso del suo immobile. Cordiali saluti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *