Residenza anagrafica e residenza fiscale: quale sono le differenze?

Residenza anagrafica e residenza fiscale: quale sono le differenze?

In questo articolo facciamo chiarezza sul significato di residenza anagrafica e residenza fiscale. Di solito questi due concetti dovrebbero coincidere, ma in alcuni situazioni si potrebbe verificare una mancata sovrapposizione. Ecco una breve e semplice guida per capire le differenze e come richiedere i loro certificati online.

Che cosa si intende per residenza anagrafica?

L’art. 43 del Codice Civile definisce la residenza anagrafica come il “luogo in cui la persona ha la sua dimora abituale“. Residenza e domicilio anagrafico posso coincidere, ma non sempre. Il domicilio è sempre disciplinato dallo stesso articolo ed è il “luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi“.

L’iscrizione nell’Anagrafe della popolazione residente si ottiene stabilendo la propria residenza o il proprio domicilio in un Comune italiano.

Cos’è la residenza fiscale?

La residenza fiscale si acquisisce se il contribuente è iscritto all’Anagrafe della popolazione residente o ha residenza o domicilio in Italia per più di 183 giorni all’anno. Questo implica la sua soggezione alle regole di tassazione italiane per i redditi percepiti, indipendentemente dallo stato in cui sono stati prodotti. Viene quindi riconosciuta al soggetto che soddisfa almeno uno dei seguenti requisiti:

  •  iscrizione nell’Anagrafe della popolazione residente;
  •  domicilio fissato in Italia;
  •  residenza stabilita nel territorio italiano.

Determinare la residenza fiscale è importante per calcolare le imposte sui redditi e per la definizione dell’Iva. Attraverso essa è possible stabilire senza alcun dubbio se la persona fisica, ditta individuale, persona giuridica o cooperativa sia sottoposta al regime fiscale vigente in Italia.

Nel caso in cui un soggetto abbia fissato dimora abituale all’estero con relativa iscrizione nell’Anagrafe Italiana dei Residenti all’Estero (AIRE), si dovrà procedere alla cancellazione dall’anagrafe italiana.

I cittadini trasferiti all’estero sono tuttavia ancora da considerarsi residenti. La residenza fiscale del contribuente risulterà quindi la medesima indipendentemente dalla sua presenza fisica in territorio italiano.

Per procedere con il passaggio di residenza all’estero, il soggetto dovrà dimostrare di essere realmente residente all’estero e che non si tratta di un trasferimento fittizio. Sarà poi l’Agenzia delle Entrate a effettuare i dovuti controlli sulla effettiva residenza fiscale dello stesso, anche attraverso verifiche incrociate con le autorità estere.

Come richiedere un certificato di residenza anagrafica a fiscale

Il certificato di residenza anagrafica fa parte dei certificati anagrafici rilasciati dagli Uffici dell’Anagrafe del comune di residenza. Questo documento attesta infatti la residenza abituale dell’intestatario in uno specifico comune. Contiene informazioni sull’indirizzo di residenza e sulle generalità quali nome, cognome, data e comune di nascita.

Il certificato di residenza fiscale è un documento rilasciato dall’Agenzia delle Entrate che certifica la residenza fiscale di una persona fisica, di una ditta individuale, di una società di persone o di capitali o di un ente non commerciale ed ha finalità fiscale per quei soggetti che percepiscono redditi da lavoro in altri Paesi.

Il certificato di residenza fiscale può essere richiesto da:

  • persone fisiche residenti in Italia
  • società di capitali (sas, snc, srl, spa)
  • società di persone
  • enti commerciali
  • enti non commerciali e onlus
  • organismi di investimento collettivo del risparmio
  • fondi pensione.

È possibile richiedere online sia il certificato di residenza anagrafica sia il certificato di residenza fiscale. I documenti verranno evasi in base alle tempistiche dell’Ufficio Anagrafe e dell’Agenzia delle Entrate di competenza e inviati via mail in formato .pdf.

 

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Ho conseguito la laurea in Economia e Gestione Aziendale e da sei anni mi occupo di digital marketing. Sono responsabile del blog SmartFocus e gestisco i canali social di VisureItalia® curando i rapporti con la community dei lettori. Ogni giorno mi informo su nuove normative in campo fiscale, tributario o economico e mi piace condividere le mie conoscenze con i nostri lettori.

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32 commenti per "Residenza anagrafica e residenza fiscale: quale sono le differenze?"

  • Alex ha detto:

    Ottimo articolo, complimenti! Avrei una domanda: ho vissuto studiando all‘ estero per diversi anni (pagando affitto, avendo conto bancario all‘estero, conseguito diploma all‘estero..), senza peró trasferire la residenza all‘estero. Siccome in quegli anni ero domiciliato all‘estero con centro di interessi e affari all‘estero, in quei anni la mia residenza fiscale é da interpretarsi comunque come all‘estero, anche se non mi ero cancellato dall‘anagrafe del comune italiano?

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Alex, la ringraziamo per i complimenti. Le suggeriamo di esporre il suo caso presso un CAF o commercialista, affinché venga analizzata nel dettaglio la situazione e i redditi da lei prodotti. Cordiali saluti.

  • Mauro ha detto:

    Gentilissima redazione,
    Grazie anche da parte mia per l’articolo e le preziose informazioni. Una domanda, visto che sto pianificando di rientrare in Italia dopo una vita passata all’estero. Se io rientro a Settembre dell’anno 2023 passo evidentemente meno di 183 giorni in Italia e quindi, anche se mi iscrivessi all’anagrafe del comune di residenza a Settembre, non sarei fiscalemnte residente in Italia per quest’anno solare (ovvero non dovrei fare una dichiarazione d’imposta per il 2023). E’ corretto quanto ho scritto?

  • Leonardo pellizzaro ha detto:

    Salve io vorrei avere la residenza a Z****o in via Giuseppe sardi ** ve

    • Redazione ha detto:

      Gentile Leonardo, deve effettuare la comunicazione di cambio residenza al Comune. Cordiali saluti.

  • Barlet ha detto:

    Buongiorno,

    sono citadino extra UE e risiedo in italia da 13 anni nell’abitazione di mia proprietà. Ho ricevuto una oferta lavorativa nel mio paese di origine per un perido di 1 anno. Il mio intento è quello di non variare la mia residenza abagrafe Italiana e dichiarando anche i redditi percepiti fuori Italia. Una volta passati i 183 giori di permanenza all’estero (alloggio assicurato dall’azienda) la mia residenza fiscale, sarà all’estero? Se si, dovrò variare anche quella anagrafe?

    Il mio intento è quello di mantenere la residenza fiscale e anagrafe in Italia

    cordialmente

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Barlet, le suggeriamo di confrontarsi con il Suo commercialista, in modo da capire quale sia il modo migliore in cui agire. Cordiali saluti.

  • Nicola ha detto:

    Salve. Grazie infinite per il vostro blog utilissimo. Lavoro in Italia e sono anche proprietario di abitazione. Ho residenza in Italia. Ho anche un appartamento in fitto in Francia, dove vado anche saltuariamente per lavoro e per una serie di motivi mi servirebbe avere residenza anche in Francia. Potrei avere ad esempio residenza “fiscale” in Italia e soltanto residenza “anagrafica” in Francia?….oppure il contrario?…. Grazie infinite.

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Nicola, per cambiare la residenza all’estero è necessario trasferirsi stabilmente. In ogni caso, le consigliamo di chiedere maggiori informazioni al suo commercialista o CAF di fiducia per verificare quanto è stato previsto dalla convenzione fiscale tra Francia e Italia. Cordiali saluti.

  • Delio ha detto:

    Buongiorno, avrei una domanda da sottoporle : mio figlio lavora in Spagna da oltre 12 mesi e paga le imposte in Spagna, ha richiesto e ottenuto la residenza in Spagna ma non ha ancora richiesto l’Aire per cui per l’Italia è ancora residente in Italia. Gli è arrivato un questionario dalla sua banca in Italia in cui gli viene richiesto qual’e’ la sua residenza fiscale, cosa deve rispondere in questo caso ? E per il fatto di non aver ancora richiesto l’Aire, è passibile di qualche sanzione? E per ultima cosa, lo Stato italiano può chiedergli di pagare delle tasse o imposte se non ha nessuna fonte di guadagno in Italia ? Grazie

    • Redazione ha detto:

      Gentile Delio, i cittadini italiani che risiedono fuori dal territorio nazionale per un periodo superiore ai dodici mesi devono richiedere al proprio Comune la cancellazione dall’Anagrafe della popolazione residente e conseguentemente l’iscrizione all’AIRE, entro 90 giorni dall’espatrio. È possibile regolarizzare la situazione anche se trascorsi questi 90 giorni e non ci risulta siano previste sanzioni.
      I non residenti sono tenuti a versare le imposte allo Stato italiano se hanno prodotto redditi o possiedono beni in Italia. Tuttavia, esistono delle eccezioni previste da eventuali Convenzioni per evitare le doppie imposizioni stipulate tra Italia e Stati esteri. Il merito alla risposta al quesito dalla banca, le suggeriamo di chiedere informazioni a quest’ultima. Cordiali saluti.

  • Elena ha detto:

    Salve, io sono rumena, lavoro in Italia di quasi 20,ho acquisito anche la cittadinanza italiana,in questo caso ho anche 2 residenze?…Adesso(per motivi personali) non voglio più avere la residenza in Italia.. però voglio continuare a lavorare e vivere in Italia , si po’… Grazie..

    • Redazione ha detto:

      Gentile Elena, la residenza anagrafica è il luogo in cui si dimora abitualmente e di fatto lei vivrebbe abitualmente in Italia. Le suggeriamo di chiedere il supporto di una CAF per chiarire la sua situazione. Cordiali saluti

  • Vanna ha detto:

    Buongiorno e complimenti per l’ articolo. Io avrei una domanda: ho vissuto tanti anni in Germania e sto pensando di tornarci.Sto lavorando in Italia e vorrei prendere la residenza in Germania fino a che non effettuo il trasferimento definitivo.Dovrei iscrivermi come cittadina AIRE o cosa?? Se vivo ancora in Italia e lavoro ancora qui,come funziona? Non so se avrei poi la residenza fiscale o anagrafica.Non ho capito bene. Grazie mille, attendo risposta.Vanna

    • Redazione ha detto:

      Gentile Vanna, dovrà iscriversi all’A.I.R.E. in caso di trasferimento della residenza all’estero per periodi superiori a 12 mesi. Anche in caso di iscritto all’AIRE, verrà comunque considerata fiscalmente residente in
      Italia se manterrà il centro dei suoi affari ed interessi nel territorio italiano. Al fine di chiarire meglio la Sua specifica situazione, le suggeriamo di rivolgersi presso un CAF. Cordiali saluti.

  • Francesco ha detto:

    Grazie per il articolo, ma avete dimenticato il art 4 com 2 degli Convenzioni OECD in caso di doppia residenza. La residenza fiscale si puo dimostrare facilmente (contratto di affitto, lavoro, famiglia) anche se qualcuno ha dimenticato di cancellarsi dal APR. Infatti alcuni paesi lo applicano regolarmente come Ungheria che considera tutti i cittadini, ovunque sono, residenti fiscalmente (tassazione sulla base di nazionalitá) ma applicando il articolo 4 “rimouve” la assogettazione a tassazione degli Ungheresi, residenti in altri paesi.

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Francesco, la ringraziamo per il Suo commento, la Sua precisazione sarà utile per realizzare un approfondimento sull’argomento. Un cordiale saluto.

  • Miriam ha detto:

    Articolo chiarissimo ma mi ha messo dei dubbi sulla mia situazione.Sono residente in Italia,di nascita francese poi ho ottenuto la doppia cittadinanza.Ho lavorato in Italia e pagato quindi le tasse in Italia ma questi ultimi anni,sempre residente in Italia,lavoro in Francia(quindi sono frontaliera)in una struttura pubblica francese.Le tasse sono prelevate alla fonte e faccio la dichiarazione dei miei unici redditti in Francia all’ufficio degli non residenti.Non ho mai più dichiarato nulla all’Agenzia delle Entrate in Italia,avrei dovuto farlo ?

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Miriam, ci fa davvero piacere che abbia apprezzato il nostro articolo. Quanto al suo quesito, dalla situazione che ci descrive non sembra che sia tenuta ad effettuare la dichiarazione dei redditi in Italia, in quanto non vi percepisce alcun reddito. Nel caso in cui percepisse dei redditi sia Italia che in Francia, invece, dovrebbe richiedere il certificato doppie imposizioni per versare i contributi soltanto nel nostro Paese. Le suggeriamo, comunque, di rivolgersi ad un commercialista per verificare nel dettaglio la sua situazione e fornirle tutte le informazioni di cui necessita. Cordiali saluti.

  • Mario Borrelli ha detto:

    Mi associo ai complimenti fatti dagli altri lettori! Siete chiari, competenti e cortesi! Tra un paio di settimane lascerò il mio appartamento in affitto per andare a vivere qualche mese a Praga. Non intendo risiedervi per sempre. Devo comunque comunicare al Comune che sto lasciando l’appartamento? E lasciando l’appartamento in Italia perderò automaticamente la residenza italiana, pur volendo tornare tra qualche mese in Italia (non so ancora dove)? Mi sembra una situazione paradossale!! Forse conviene non comunicare nulla al Comune e chiedere ai nuovi inquilini di accettare la mia posta …

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno, la ringraziamo per i complimenti, fanno sempre molto piacere :)
      In merito al Suo quesito, le suggeriamo innanzitutto di verificare che Praga non richieda di dichiarare la Sua presenza al momento dell’arrivo. In linea generale, nei primi 3 mesi di soggiorno in un altro paese, in quanto cittadino dell’UE non sarà tenuto a richiedere la certificazione anagrafica che attesta il diritto a vivere in quel paese. Per i primi 3 mesi potrebbe, quindi, chiedere ai nuovi inquilini di lasciare la residenza nella sua ex abitazione, sempre che questo non crei loro dei problemi burocratici (es. stato di famiglia). Cordiali saluti.

  • Nicola ha detto:

    Ciao, grazie per l’articolo, molto utile.
    Leggendo i commenti ho capito che forse il mio caso e da rivedere.
    Vivo e lavoro come dipendente da 10 anni in un paese non UE ma convenzionato con Italia per la legge sulla doppia tassazione(pago le tasse nel paese ospite) non mi sono mai iscritto all’AIRE perché pensavo di rientrare in Italia dopo un po’ di tempo e quindi ho mantenuto la residenza nel mio comune, altro motivo perché i servizi erogati non mi potevano essere utili, preferivo farli personalmente in Italia e quindi erano occasione per prendermi qualche giorno di vacanza, nel frattempo sono passati un po’ di anni e ho dimenticato iscrizione all’AIRE
    In passato ho lavorato per 20 anni come dipendente in Italia quindi ho pagato le dovute tasse.

    La mia domanda è sono a rischio sanzione se rientro in Italia per lavoro o se mi cambio la residenza quindi mi iscrivo all’ AIRE?

    • Redazione ha detto:

      Gentile Nicola, siamo felici che abbia trovato utile il nostro articolo. In risposta al suo quesito, poiché quella che ci descrive è una situazione molto particolare, le suggeriamo di rivolgersi al Consolato italiano della città in cui attualmente vive, in modo tale da poter chiarire al meglio tutti i suoi dubbi. Cordiali saluti.

  • Davide ha detto:

    Complimenti per l’articolo, molto utile.

    Sono italiano, residente in Francia, dipendente con contratto francese, iscritto all’AIRE. Vorrei riportare la mia residenza in Italia, dato che ormai lavoro da remoto.
    Posso riportare la residenza in Italia avendo un contratto di lavoro e pagando le tasse in Francia? Sarei tassato anche dall’Italia?

    • Redazione ha detto:

      Gentile Davide, ci fa piacere esserle stati d’aiuto. Può trasferire la sua residenza in Italia, ciò che dovrò gestire è la tassazione dei redditi prodotti all’estero. A tal proposito, le consigliamo la lettura dell’articolo dedicato alla Convenzione contro le doppie imposizioni. Cordiali saluti.

  • Alice ha detto:

    Buongiorno, grazie per questo articolo!
    Forse potete aiutarmi in questo caso…
    Sono francese e ho vissuto in Italia quando ero più giovane con i miei genitori. Ho fatto il liceo e l’università a Milano ed ero quindi residente a Milano.
    Non ho mai percepito nessun reddito in Italia. Quando sono tornata in Francia 5 anni fa non mi sono disinscritta dall’anagrafe (in francia questa procedura non è necessaria quindi non mi è venuto in mente) però i miei genitori hanno smesso di dichiararmi a carica nelle loro dichiarazioni di redditi.
    Lavoro quindi da 5 anni on Francia, con redditi francesi, essendo francese, residente in Francia dove pago tutte le mie tasse/imposta/controbuti e dove dipendo da tutti i sistemi sanitari/pensione etc.
    Dal vostro articolo leggo che non avendo mai « cancellato » la residenza à Milano, lo stato Italiano considera che sono residente fiscale in Italia anche se il mio reddito è prodotto in Francia?
    Non ho mai lavorato in Italia quindi mai contributo lì..
    grazie dell’aiuto, intanto ho ovviamente provveduto a cancellarmi dall’anagrafe ma mi preoccupo che sia stato troppo tardi?

  • Roberto ha detto:

    Salve e complimenti per l’articolo. Mi trovo in una situazione particolare e mi meraviglio sempre più di come anche i servizi consolari o servizi SPID abusino della parola “residenza” senza fare le dovute differenze. Nessuno sembra aver pensato a questa cosa tra decine di persone che conosco e mi sembra di essere un folle visionario. In pratica io vivo in Portogallo dove lavoro come dipendente e pago tasse e sono nella situazione in cui dovrei investire in business online e non capisco se devo registrarmi come italiano che ha solo la residenza ma documenti italiani(nessun business o guadagni dall’Italia) oppure come residente in Portogallo da dove proverrebbero i miei fondi. Aggiungo che i siti italiani prevedono solo residenti italiani mentre per altri business da Portogallo potrei iscrivermi a siti internazionali(parliamo di broker forex/crypto e bookmakers.
    Qualche consiglio o qualche fonte dalla quale reperire informazioni?
    Grazie in anticipo.

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Roberto, la ringraziamo per i complimenti, ci fa piacere che abbia trovato utile il nostro articolo. Per rispondere al suo quesito, se intende restare in Portogallo e i suoi investimenti sono a lungo periodo, dovrebbe indicare la sua residenza attuale. In caso contrario, dovrebbe utilizzare la sua residenza italiana. Cordiali saluti.

  • doux ha detto:

    Ciao,

    l’articolo sembra molto interessante. Personalmente mi trovo in una situazione molto particolare e non sono riuscita a trovare delle valide risposte. Sono una cittadina EU che ha vissuto per 10 anni in Italia (totalizzati a Luglio 2020) e facente parte del nucleo familiare dei miei genitori. Da Giugno mi sono trasferito in Svizzera dove ho iniziato a lavorare. Premetto che non dispongo della cittadinanza italiana e non appena ho iniziato a lavorare in Svizzera ho chiesto ai miei genitori di eliminarmi dalla dichiarazione dei redditi. Dovrei far rientro in Italia nei prossimi mesi e vorrei sfruttare l’occasione per rinnovare la carta d’identità. Data la situazione particolare, posso richiedere il rinnovo della carta d’identità nonostante io vivo attualmente in Svizzera ma saltuariamente rientro in Italia durante le vacanze?
    Grazie.

    • Redazione ha detto:

      Gentile Doux, la carta d’identità viene rilasciata ai cittadini stranieri residenti in Italia. Dubitiamo quindi, in base a quanto da lei esposto, che possa rinnovare la Sua carta. Cordiali saluti.

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