Cosa significa “appartamento ad uso ufficio”?

Cosa significa “appartamento ad uso ufficio”?

Sempre più persone cercano soluzioni flessibili per armonizzare la sfera privata con quella professionale. In questo contesto, l’idea di un appartamento ad uso ufficio è emersa come una promettente alternativa, suscitando l’interesse di liberi professionisti, start-up e piccole imprese. Questo articolo esplorerà cosa significa “appartamento uso ufficio”, come affittarlo, i rischi per un uso improprio e i costi per il cambio di destinazione d’uso di un immobile.

INDICE:

  1. Cosa si intende per appartamento uso ufficio?
  2. Come trasformare un ufficio in appartamento con il cambio di destinazione d’uso?
  3. Come conoscere la destinazione d’uso di un immobile?
  4. Come si affitta un appartamento uso ufficio?
  5. Come funziona il contratto di locazione per un immobile ad uso ufficio?
  6. Cosa si rischia se si affitta un appartamento ad uso ufficio?
  7. Quanto costa cambiare la destinazione d’uso di un immobile?

Cosa si intende per appartamento uso ufficio?

Come si può intuire, con appartamento ad uso ufficio si intende un’unità immobiliare utilizzata non come abitazione ma come studio professionale. In ogni caso, al di là dell’utilizzo concreto di che si possa fare, ogni immobile ha una sua categoria catastale che, nel caso degli uffici, corrisponde alla categoria A10. Dato che la categoria deve essere indicata in tutti i contratti relativi all’immobile, qualsiasi intenzione di utilizzare l’appartamento in maniera differente richiede un cambio di destinazione d’uso.

È bene comunque specificare che abitare in un ufficio è vietato dalla legge ed è anche svantaggioso da un punto di vista economico dato che le imposte e le utenze sarebbero molto più costose.

Come trasformare un ufficio in appartamento con il cambio di destinazione d’uso?

Anche se si possiede un ufficio e si desidera trasformarlo in un appartamento per sfruttarne anche il potenziale abitativo, è necessario seguire delle procedure specifiche. Innanzitutto, occorre ottenere le autorizzazioni necessarie dalle autorità locali per il cambio di destinazione d’uso. Questo potrebbe richiedere la presentazione di progetti e la conformità con determinate normative edilizie.

Come conoscere la destinazione d’uso di un immobile?

Prima di procedere con l’acquisto o l’affitto di un immobile, è essenziale conoscere la sua destinazione d’uso. In questo contesto, VisureItalia offre un servizio online che permette di ottenere una visura catastale che riporta informazioni dettagliate sulla destinazione d’uso di un determinato immobile:

Visura catastale per indirizzoRichiedilo qui

Potrai ricevere questo documento compilando questo modulo:

Visura catastale per indirizzo
Visura catastale persona fisicaRichiedilo qui

Potrai ricevere questo documento compilando questo modulo:

Visura catastale persona fisica
Visura catastale persona giuridicaRichiedilo qui

Potrai ricevere questo documento compilando questo modulo:

Visura catastale persona giuridica
Visura catastale immobileRichiedilo qui

Potrai ricevere questo documento compilando questo modulo:

Visura catastale immobile

Come si affitta un appartamento uso ufficio?

Affittare un’abitazione come ufficio e viceversa non è consentito a meno che non si metta in atto la procedura del cambio di destinazione d’uso. In particolare, anche se le parti sono concordi, non si potrebbe affittare un appartamento uso ufficio se ciò non è previsto dal piano catastale. Inoltre, neanche l’inquilino potrebbe trasformare l’appartamento ad uso ufficio senza comunicarlo al locatore, perché in tal caso potrebbe essere sfrattato.

Bisogna quindi essere sempre consapevoli dell’accatastamento dell’immobile che nel caso di un ufficio deve corrispondere alla categoria A10, così come è fondamentale che vi sia il comune accordo tra locatore ed inquilino. Qualora le categorie catastali siano diverse e il locatore sia intenzionato ad affittare un appartamento uso ufficio, quindi, dovrà provvedere alla variazione catastale.

Come funziona il contratto di locazione per un immobile ad uso ufficio?

In genere il contratto non può essere inferiore a 6 anni, nell’ipotesi di un ufficio. Le parti possono anche di comune accordo decidere una durata inferiore oppure definire un’altra scadenza. Se si stabilisce un contratto a canone concordato, la durata può essere prolungata di altri 6 anni secondo le condizioni valide per gli anni precedenti.

Nel caso in cui l’inquilino non intenda rinnovare il contratto per l’ufficio, entro 12 mesi prima della scadenza deve inviare al locatore una lettera raccomandata. Devono essere comunque indicati la categoria catastale e se l’appartamento è affittato ad uso ufficio. L’importo del canone di locazione, inoltre, viene stabilito dalle parti sulla base degli aggiornamenti annuali del canone stesso.

Cosa si rischia se si affitta un appartamento ad uso ufficio?

Affittare un appartamento per uso ufficio senza autorizzazione potrebbe comportare delle importanti conseguenze legali e fiscali. Questo perché l’uso improprio di un immobile può portare a multe onerose e persino alla chiusura dell’attività lavorativa svolta al suo interno.

Prima di intraprendere questa strada, quindi, è importante informarsi presso le autorità locali o un esperto immobiliare per conoscere in modo approfondito le normative vigenti sul cambio di destinazione d’uso.

Quanto costa cambiare la destinazione d’uso di un immobile?

La prima spesa da sostenere per un cambio destinazione è la parcella del professionista (geometra, ingegnere o architetto) che si occuperà della pratica. Oltre alla documentazione catastale, sono necessarie le certificazioni energetiche, i documenti sulla regolarità degli impianti, l’attestazione di agibilità dell’immobile e l’APE (Attestato di Prestazione Energetica).

Il secondo step riguarda la realizzazione delle opere edili per far passare l’immobile alla nuova categoria d’uso, che comprende lavori come la modifica dei vani del locale o la messa a norma degli impianti. Le amministrazioni comunali, inoltre, richiedono dei diritti di segreteria o spese urbanistiche per la presentazione della pratica catastale.

In concreto, nella maggioranza dei casi la parcella del professionista oscilla dai 300 ai 700 euro; per i diritti di segreteria da versare alle amministrazioni comunali bisogna calcolare dagli 80 ai 350 euro, a seconda dell’autorizzazione richiesta. Per quanto concerne gli eventuali lavori di ristrutturazione e opere edili, infine, si può preventivare una spesa dai 50 fino ai 400 euro al metro quadro.

Potrebbe interessarti anche >> Destinazione d’uso dell’immobile: il locatore deve garantirla?

 

Founder & CEO in VisureItalia®

Ho conseguito la laurea in Scienze Politiche e un Master in Gestione ed Amministrazione del patrimonio immobiliare degli enti ecclesiastici e religiosi. Dopo una lunga esperienza in ambito della gestione e messa a reddito di patrimoni immobiliari, nel 1999 ho intrapreso l’attività nel settore delle informazioni immobiliari, collaborando con i principali istituti di credito e gli enti di riscossione. Su SmartFocus aiuto i nostri lettori a capire quali problemi possono essere collegati con le attività di acquisto, vendita o locazione di un immobile.

© Riproduzione riservata

Se hai trovato utile questo articolo o hai bisogno di un chiarimento, lascia un commento nel form a fine pagina o scrivici a smartfocus@visureitalia.com. Inoltre, iscriviti alla newsletter per ricevere gratuitamente aggiornamenti su attualità economica, novità fiscali e tributarie, consigli pratici su normative, leggi e tributi!
Servizi VisureItalia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *