Chi deve fare la Certificazione Unica?
La Certificazione Unica (CU) è un documento utile per la presentazione della dichiarazione dei redditi, sia per i pensionati che per i lavoratori dipendenti. Scopri quali sono i soggetti obbligati a redigere questa certificazione nel nostro ultimo articolo.
INDICE:
Che cos’è la Certificazione Unica?
Si tratta di un documento fiscale che dimostra la percezione di un reddito da parte di un contribuente, che può essere sia un lavoratore dipendente che autonomo. Viene emessa ed inviata dal soggetto che ha effettuato il pagamento, cioè dal datore di lavoro (sostituto d’imposta) nel caso dei lavoratori dipendenti anche del settore pubblico o dell’INPS per i pensionati. In particolare, la certificazione unica assume una funzione di rilievo per i lavoratori dipendenti, poiché i relativi dati sono utili per la compilazione del modello 730/2021 precompilato.
Quando scade il termine per l’invio della CU nel 2021?
Quest’anno la scadenza per l’invio della certificazione unica al percipiente e per la trasmissione all’Agenzia delle Entrate è stata fissata il 16 marzo. In egual modo anche l’INPS, inoltre, dovrà rendere disponibile la CU per pensionati, beneficiari della Naspi e della cassa integrazione entro lo stesso giorno.
D’altra parte, la scadenza per l’invio online di questa certificazione da parte dei lavoratori autonomi non interessati dall’invio del modello 730 precompilato, è la stessa del modello 770, ossia il 31 ottobre che quest’anno, essendo domenica, slitta al 2 novembre.
Chi deve fare la Certificazione Unica?
I soggetti che sono obbligati al rilascio della Certificazione Unica sono coloro i quali l’art. 23 del DPR n. 600/73 riconosce come “sostituti di imposta“, insieme ad altre situazioni dove il soggetto che eroga il reddito è comunque chiamato ad effettuare una ritenuta al prestatore.
Ecco nel dettaglio di chi si tratta:
- persone fisiche che svolgono professioni e attività commerciali o artigianali in contabilità semplificata,
- aziende familiari con l’attività esercitata in forma societaria,
- condomini,
- società di capitali residenti nel nostro Stato,
- società di persone che risiedono nel territorio dello Stato,
- enti commerciali equiparati alle società di capitali,
- enti non commerciali, ovvero Regioni, Province e Comuni che non hanno per oggetto esclusivo l’esercizio di attività commerciali,
- associazioni non riconosciute, consorzi ed aziende speciali (articoli 22 e 23 della Legge n. 142/90),
- società non residenti nel territorio italiano,
- amministrazioni dello Stato,
- società di armamento residenti nel territorio italiano,
- società di fatto o irregolari che risiedono nel territorio italiano,
- associazioni senza personalità giuridica tra persone fisiche per l’esercizio, in forma associata, di arti e professioni (residenti nel territorio italiano),
- curatori fallimentari e commissari liquidatori,
- eredi che non continuano l’attività del sostituto d’imposta deceduto,
- residenti che svolgono attività di intermediazione immobiliare o gestiscono portali telematici, nel caso in cui incassino i canoni o corrispettivi relativi ai contratti di locazione breve.
Quali sono le modalità di ricezione della Certificazione Unica?
Sia i lavoratori dipendenti che quelli autonomi riceveranno tale certificazione entro il 16 marzo 2021. Il datore di lavoro può consegnarla al lavoratore in forma cartacea oppure tramite indirizzo di posta elettronica. Nella prima ipotesi, la documentazione cartacea si compone di due fogli:
- nel primo sono riportati i dati anagrafici di chi ha percepito il reddito,
- nel secondo vi sono i dati fiscali tipici della Certificazione Unica, cioè i redditi erogati e le detrazioni effettuate.
L’invio della certificazione tramite e-mail, invece, può avvenire soltanto a condizione che il datore di lavoro sia certo che il dipendente sia in condizione di ricevere e stampare l’e-mail. Per questo motivo, infatti, spesso viene preferito l’invio delle certificazioni utilizzando un indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC).
Fino a quando bisogna conservarla?
I lavoratori dipendenti e autonomi devono conservare la Certificazione Unica per la successiva compilazione della dichiarazione dei redditi, quindi il 730 per i lavoratori dipendenti oppure il modello Redditi PF per i lavoratori autonomi.
Inoltre, nell’eventualità in cui il contribuente riscontri che i dati della certificazione non siano corretti, dovrà segnalare l’errore al datore di lavoro/committente che ha emesso il documento, in modo tale da comunicare la correzione all’Agenzia delle Entrate.
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