Cambio di destinazione d’uso senza opere: costi e procedure
Il cambio di destinazione d’uso senza opere è un caso particolare della variazione di destinazione d’uso di un immobile. Ma in cosa consiste e come farne richiesta? Facciamo chiarezza nel nostro ultimo articolo.
INDICE:
- Cosa s’intende per cambio di destinazione d’uso senza opere?
- Cambio destinazione d’uso senza opere edilizie: SCIA, CILA o PdC?
- Quanto costa il cambio di destinazione d’uso senza opere?
- Gli oneri di urbanizzazione
- Chi può richiedere il cambio di destinazione d’uso?
- Procedura
- Dove si può trovare la destinazione d’uso di un immobile?
Cosa s’intende per cambio di destinazione d’uso senza opere e quando si può fare?
La pratica per il cambio di destinazione d’uso senza opere avviene quando si trasforma l’uso di un immobile senza apportare modifiche strutturali o edilizie significative. Ad esempio, questo può verificarsi quando si decide di trasformare una casa residenziale in un ufficio o un negozio. Tuttavia, è importante sapere che anche in queste situazioni, spesso sono richiesti permessi e autorizzazioni per regolarizzare la nuova destinazione d’uso.
Le normative e le procedure per il cambio di destinazione d’uso senza opere possono variare a seconda delle leggi locali e del piano urbanistico del comune in cui si trova l’immobile. In alcuni casi, è sufficiente presentare una semplice comunicazione di inizio attività, mentre in altri potrebbe essere necessario seguire un iter più complesso che coinvolge il parere di diverse commissioni.
Dove si può trovare la destinazione d’uso di un immobile?
Per trovare l’informazione relativa alla destinazione d’uso di un immobile, ad esempio per passare da un uso da commerciale a residenziale, si può procedere in diversi modi:
- richiedendo il certificato d’agibilità che specifica le utilizzazioni dell’immobile;
- consultando una visura catastale storica per conoscere la storia dell’edificio dove si certifica la continuità dei trasferimenti che hanno riguardato l’immobile;
- verificando l’archivio edilizio per accertare la liceità della destinazione.
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Visura catastale storica immobileCambio destinazione d’uso senza opere edilizie: SCIA, CILA o PdC?
Anche senza interventi edilizi, è obbligatorio ottenere il permesso a costruire dal Comune competente per il cambio di destinazione d’uso. Questo viene considerato una forma di ristrutturazione secondo la normativa vigente. Quindi, è necessario richiedere il permesso di costruire e in seguito comunicare la variazione catastale all’Agenzia delle Entrate.
Tuttavia, ci sono eccezioni per i cambi non rilevanti, che rimangono nella stessa categoria catastale, per i quali è sufficiente presentare il modello SCIA. Le normative e le procedure possono variare a livello locale e dipendono dal piano urbanistico del comune. In alcuni casi, potrebbe essere richiesta solo una comunicazione di inizio attività, mentre in altri casi potrebbe essere necessario seguire un iter più complesso coinvolgendo diverse commissioni.
Quanto costa il cambio di destinazione d’uso senza opere?
I costi da sostenere per effettuare la variazione della destinazione d’uso riguardano diversi aspetti:
- oneri di urbanizzazione dovuti al Comune,
- imposte e tributi per la variazione catastale,
- compenso del tecnico abilitato,
- attestato di prestazione energetica.
Può fare richiesta del cambio di destinazione d’uso anche il proprietario dell’immobile oppure un tecnico qualificato che si occuperà di disbrigare le pratiche urbanistiche e catastali.
Gli oneri di urbanizzazione
Quando il cambio di destinazione d’uso di un edificio comporta un aumento del carico urbanistico, come passare a una classe contributiva più gravosa, si tratta di un cambio rilevante definito dall’art. 23-ter del D.P.R. 380/01. In questo caso si deve pagare la differenza degli oneri di urbanizzazione. Nei casi di ristrutturazione con cambio di destinazione d’uso, i contributi riguardano sia i lavori che il cambio stesso.
Inoltre, se gli oneri sono più alti di quelli per una nuova costruzione, il proprietario può optare per il pagamento dell’intero importo secondo le tariffe previste per quest’ultima. Le normative sugli oneri di urbanizzazione possono variare a seconda della regione e del Comune, quindi è importante consultare la legislazione locale per comprendere le procedure di calcolo e pagamento.
Chi può richiedere il cambio di destinazione d’uso?
In generale, chiunque sia proprietario di un immobile può richiedere un cambio di destinazione d’uso per cambiare la categoria catastale, ma è importante rispettare le normative locali e seguire le procedure indicate dalle autorità competenti. È infatti fondamentale ottenere i permessi e le autorizzazioni necessarie prima di apportare qualsiasi modifica o iniziare ad utilizzare l’immobile per una nuova destinazione.
Come eseguire la procedura?
Per avviare un cambio di destinazione d’uso senza lavori edilizi significativi, è sufficiente presentare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) presso il comune competente e successivamente procedere con la variazione catastale presso l’Agenzia delle Entrate del territorio. Questa richiesta può essere gestita direttamente dal proprietario dell’immobile o affidata a un professionista qualificato, come un tecnico, incaricato di gestire tutte le pratiche urbanistiche e catastali necessarie in modo efficiente e conforme alla normativa vigente.