Andamento dei tassi d’interesse mutuo 2024: le previsioni
I mercati immobiliari hanno goduto di anni di mutui vantaggiosi, ma oggi ci troviamo di fronte a un panorama in rapida evoluzione, che suscita legittime preoccupazioni riguardo al futuro dei mutui, tanto che sorge spontanea la domanda: questi tassi continueranno ad aumentare o si stabilizzeranno su un nuovo equilibrio?
In un contesto di inflazione crescente, l’effetto combinato sui mutui potrebbe risultare ancor più oneroso per i consumatori. La riduzione del potere d’acquisto degli stipendi potrebbe limitare le possibilità di ottenere condizioni favorevoli nei prossimi mesi, ponendo molti potenziali acquirenti di fronte ad un bivio: aspettare e rischiare ulteriori rincari o cogliere l’opportunità di accendere un mutuo immediatamente?
In questo articolo, esamineremo l’attuale andamento dei tassi di interesse e le prospettive per il futuro dei mutui. Se sei un potenziale acquirente o un proprietario che sta valutando un mutuo, continua a leggere per avere una panoramica completa e informata sulla situazione dei tassi di interesse e su come potrebbe influenzare le tue decisioni finanziarie.
INDICE:
Quali sono i tassi di interesse oggi?
Nel corso del 2023, i tassi di interesse hanno subito un importante aumento, con l’Euribor, uno dei principali tassi di riferimento per i mutui a tasso variabile, che ha raggiunto il 4%. Inoltre, l’Eurirs, utilizzato come tasso di riferimento per i mutui a tasso fisso, ha seguito una tendenza simile, portando a un’accelerazione nel processo di normalizzazione della politica monetaria. Questi rialzi sono stati adottati dalla Banca Centrale Europea (BCE) per far fronte all’inflazione, che nonostante una riduzione, si prevede resterà piuttosto elevata per un periodo prolungato.
Oggi, invece, secondo quanto risulta dal bollettino mensile dell’ABI, il tasso medio sui nuovi mutui per l’acquisto di una casa è sceso al 3,67% ad aprile 2024 rispetto al 3,79% di marzo 2024 e al 4,42% di dicembre dell’anno scorso.
Il report evidenzia anche che l’Euribor a tre mesi, nei primi 10 giorni di maggio 2024, si è attestato a 3,82%, in flessione rispetto al 3,89% di aprile 2024. Per quanto concerne invece l’Irs a 10 anni (indice usato per i mutui a tasso fisso), nei primi dieci giorni di maggio 2024, ha segnato un valore del 2,79%, in lieve risalita rispetto al 2,76% di aprile 2024 e al 2,64% di marzo 2024.
Sempre consultando il rapporto dell’ABI, emerge che il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è il 5,32% ad aprile 2024 (era al 5,26% a marzo 2024 e al 5,45% a dicembre 2023), mentre il tasso medio sul totale dei prestiti si mantiene stabile al 4,80%.
Euribor: indicizzazione mutui a tasso variabile e tassi di interesse
L’Euribor svolge un ruolo fondamentale per i mutui a tasso variabile, poiché rappresenta il tasso di interesse medio a cui le banche europee si prestano denaro a vicenda. I mutui a tasso variabile sono indicizzati all’Euribor e quindi subiscono le variazioni del tasso di riferimento.
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Tipologie di tassi di interesse
La scelta di un mutuo inizia con la decisione sulla tipologia del tasso di interesse. Optare per un tasso fisso significa avere rate costanti per tutta la durata del mutuo, evitando sorprese. Tuttavia, si rinuncia alla possibilità di beneficiare di eventuali riduzioni dei tassi di interesse, che potrebbero portare a significativi risparmi a fine ammortamento.
Un tasso variabile, legato all’andamento dell’Euribor, riflette invece le oscillazioni del mercato, e quindi può variare notevolmente durante la vita del mutuo. Ad esempio, nell’ultimo anno, il tasso è aumentato dal 2% a quasi il 5%, con un incremento medio del 36% rispetto ai minimi raggiunti nel 2022 e fino al 49% per i mutui più recenti (dati CRIF).
Nonostante queste fluttuazioni, se si è in grado di gestire i picchi senza gravi conseguenze, il tasso variabile può risultare conveniente sul lungo periodo, considerando l’intera durata del mutuo.
I dati sullo spread e sulla durata
Quando si sceglie il tasso di interesse per un mutuo, è importante considerare due fattori fondamentali. Il primo è lo spread, la commissione che la banca trattiene sul costo del mutuo per il servizio prestato. Uno spread elevato avrà un impatto significativo su un mutuo a tasso variabile, soggetto a cambiamenti nel tempo, mentre uno spread basso influenzerà positivamente il costo della rata per l’intera durata del mutuo. In generale, è vantaggioso trovare spread che siano significativamente inferiori all’1%.
Anche la durata del mutuo è un elemento determinante nella scelta del tasso. Un mutuo a tasso fisso di 30 anni può risultare vincolante se i tassi di interesse dovessero diminuire significativamente, poiché non si potrebbe beneficiare di tali riduzioni. Per affrontare questa situazione, le banche offrono prodotti che consentono una certa flessibilità, come l’opzione di cambiare il tasso dopo un primo periodo di tempo.
Al contrario, un mutuo di durata più breve potrebbe spingere a congelare il tasso, poiché è meno probabile che subisca grandi variazioni durante il periodo dell’investimento.
Quali sono le previsioni per la fine del 2024?
I primi ribassi attesi dalla BCE nel mese di aprile dovrebbero comportare un taglio iniziale dei tassi di 25 punti base. Un secondo taglio potrebbe essere deciso durante l’estate, a giugno o luglio 2024, con una riduzione simile. La svolta potrebbe avvenire a ottobre con un taglio stimato dagli esperti dello 0,5%. Seguendo questa tendenza, entro la fine del 2024 si potrebbe avere una diminuzione complessiva del 2%, che si tradurrebbe in una riduzione della rata di circa 100 euro al mese, pari a 1200 euro all’anno.
Ad esempio, un tasso variabile che attualmente è sotto il 5% potrebbe scendere a 3,5% entro la fine del 2024, secondo le previsioni, e continuare a diminuire nei prossimi anni, tornando probabilmente a valori inferiori rispetto al tasso fisso.
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